Le suore Elisabettine
BEATA ELISABETTA VENDRAMININata a Bassano del Grappa (provincia di Vicenza) il 9 aprile 1790 da genitori benestanti, Elisabetta Vendramini esercitò la sua opera caritativa ed educativa dapprima nella città natale e poi a Padova, dove trascorse tutta la vita impegnata a servire Cristo crocifisso nei poveri e nei bisognosi. Intervenne con sollecitudine dovunque c'erano miserie da sollevare. Per rendere più esteso e incisivo il servizio di carità verso gli emarginati e gli ultimi, nel 1828 fondò la Congregazione delle Suore Terziarie Francescane Elisabettine ora diffuse in molte parti del mondo: viva testimonianza del suo carisma e della forza irradiante della santità. Morì a Padova il 2 aprile 1860.
E' stata beatificata dal papa Giovanni Paolo II, il 4 novembre 1990, a duecento anni dalla sua nascita. |
Le Suore Elisabettine e la Casa di Riposo - Riconoscenza della Comunità Sanvitese per la loro opera
Un giorno di gennaio del 1947, a Padova, nella Casa Generalizia delle Suore Francescane Elisabettine, Mons. Pietro Corazza, parroco di San Vito al Tagliamento, incontra la Superiora Generale delle Suore Elisabettine Suor Costantina Milani. E' venuto a chiedere le Suore per poter aprire una Casa di Riposo parrocchiale in una villetta che ha già acquistato con grande sacrificio. Reverendo Monsignore, per assegnare alla Casa di Riposo parrocchiale una Comunità di Suore come lei mi richiede, devo prima interpellare il Consiglio Generalizio". Mons. Pietro Corazza: "Reverendissima Madre, Lei convochi pure il Consiglio, io ripasso al pomeriggio per una risposta". Inizia così il racconto, quasi una leggenda, della presenza, da sempre considerata irrinunciabile della Comunità delle Suore Francescane Elisabettine presso la Casa di Riposo. Giunte a San Vito il 10 febbraio del 1947, senza perdersi d'animo e sprovviste praticamente di tutto, ma fidando nell'aiuto della Divina Provvidenza, quattro giorni dopo, riuscirono ad accogliere i primi 7 ricoverati di San Vito, seguiti dal gruppo di Cordignano formato da 9 persone. Un giorno di settembre del 2012, ci scrive la Superiora Generale della Congregazione Suor Maritilde Zenere:
Con la presente comunico in modo ufficiale la chiusura della Comunità religiosa presso la Casa di Riposo entro la fine del 2012. É una decisione maturata all'interno del processo di ridimensionamento che ci vede impegnate a ridurre globalmente le nostre presenze; è il punto di arrivo di un discernimento non facile, in cui si sono cercate anche soluzioni alternative alla chiusura, in risposta alla esplicita domanda di una presenza di animazione spirituale nella Casa di Riposo e nel reparto dei sacerdoti anziani. Purtroppo, la valutazione globale delle nostre risorse e la necessità di dover prorogare per motivi pastorali alcune chiusure programmate non ci hanno consentito la realizzazione di una presenza di sola animazione. Ci dispiace dover chiudere una comunità e concludere un servizio iniziati nel 1947 e continuati con passione e generosa dedizione da parte delle suore. Ringrazio cordialmente della collaborazione vissuta nel corso degli anni, della stima e dell'affetto di cui le suore hanno goduto e grazie anche della comprensione con la quale, spero, verrà accolta questa decisione. Affidandoci alla divina Provvidenza e alla preghiera dei nostri santi Protettori, saluto cordialmente, unita alle sorelle del Consiglio.
Abbiamo scelto questa forma, diretta, trasparente e per noi tutti dolorosa, per comunicare alla Comunità parrocchiale che la presenza delle Suore Elisabettine presso la Casa di Riposo è giunta al termine. Le “nostre” Suore hanno assicurato l’attività e l’esistenza stessa della Casa di Riposo per oltre 65 anni, accompagnandone il suo sviluppo e la sua sempre più complessa organizzazione. Negli anni '70 sono arrivate ad essere in dodici, e ancora all'inizio degli anni '80 erano in nove; con il coordinamento della Superiora-Direttrice avevano la responsabilità di tutti i servizi: dalla cucina alla lavanderia, dalle pulizie ambientali al guardaroba, alla cura della Cappella e delle singole persone, non solo sotto l'aspetto infermieristico ma anche di animazione. E la Casa di Riposo di San Vito al Tagliamento non è piccola: con i 248 posti letto più sedici nella Casa di Riposo per il Clero, è la più grande nella Provincia di Pordenone e la terza nella Regione Friuli-Venezia Giulia. E gli ospiti sono al 95% persone non autosufficienti. Anche se negli ultimi anni il loro numero si è gradualmente assottigliato, la Comunità delle Suore Elisabettine ha saputo garantire la conduzione dei servizi assistenziali della Casa con amore, dedizione, sacrificio e professionalità. Di ognuna delle Sorelle che si sono avvicendate sia nella Direzione che nei reparti di assistenza, conserviamo ricordi indelebili. Di tutte abbiamo potuto apprezzare le doti di umanità, fratellanza, solidarietà, disponibilità e senso del dovere. Sono riuscite a rendere abituale ed acquisito come dato di fatto il loro quotidiano “gettare il cuore oltre ogni ostacolo”: oltre ogni interesse che non fosse quello degli assistiti, oltre gli stessi ostacoli fisici, oltre ogni orario, oltre ogni riposo. Talvolta, dopo aver trascorso decine di anni nelle corsie degli ospedali, sono arrivate alla Casa di Riposo per lavorare in favore dei tanti anziani che qui hanno dimorato nelle ultime fasi della loro umana esistenza. E in Casa di Riposo il lavoro è, per certi aspetti, ancor più duro ed impegnativo che negli Ospedali. Un lavoro che le ha però gratificate con la gioiosa consapevolezza di aver servito il prossimo in Caritate Christi.
Per ciascuna Suora Elisabettina, quale dono migliore se non “il dono suscitato dallo Spirito in Elisabetta Vendramini che è l'esperienza intima, originale e profonda dell'amore di compiacenza di Dio Padre, espresso come infinita misericordia nel Figlio, e reso fecondo di carità nello stesso Spirito. È lo Spirito infatti che la rende capace di una carità operosa, ardente, che non conosce fatiche; una carità che fiorisce in opere perché ogni fratello si riconosca, come Elisabetta, figlio amato e salvato da Cristo e viva secondo la dignità di cui è rivestito”. Facciamo completamente nostre queste espressioni che le Suore Elisabettine usano nel descrivere il loro “carisma”. Anche la nostra gratitudine per l'ultra sessantacinquenne presenza delle Suore Elisabettine a San Vito, sia pur immensa, si fa piccola dinnanzi alla grandezza della grazia e dei meriti che queste vite consacrate hanno acquisito dinnanzi a Dio. L'umano grazie e il fraterno abbraccio si arricchiscono nel reciproco ricordo al Signore, pregando che quest’Opera della Provvidenza che è la Casa di Riposo di San Vito continui a parlare delle Suore tutte, dei loro tempi, delle loro fatiche e, soprattutto, della loro vocazione.
Per il saluto alle Suore sono stati organizzati due momenti significativi.
Domenica 16 dicembre 2012, presenti le tre Suore, Sr. Piamargherita, Sr. Romana e Sr. Massimina, e con la desiderata presenza della Superiora Generale Suor Maritilde Zenere, il Vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini ha celebrato in un Duomo gremitissimo la S. Messa con i sacerdoti della Parrocchia, ed ha espresso il ringraziamento alle Suore a nome di tutta la comunità diocesana. La Superiora Generale, in un clima di intensa commozione, al termine della S. Messa si è così espressa: "A nome mio e delle mie sorelle esprimo il nostro grazie a S. E. mons. Vescovo, al Parroco, ai sacerdoti concelebranti, alle autorità, al coro, ai rappresentanti delle associazioni, a voi tutti qui presenti e uniti nella comunione e nella fede. Sentiamo che la vostra partecipazione ci avvolge di stima e di affetto. Grazie. Le Suore sono a San Vito da 65 anni, e 65 anni sono paragonabili alla vita operativa di una persona longeva. Ringraziamo il Signore di aver potuto esprimere la nostra missione per così lungo tempo facendoci accanto alle persone nel bisogno cercando il loro bene e per mostrare loro l'amore del Padre. Forse a volte la nostra fragilità non ci ha permesso di esprimere tale amore e di questo chiediamo scusa. Al momento di lasciare questo luogo della nostra missione, il nostro cuore ha l'atteggiamento di S. Giovanni Battista: "che lui cresca ed io diminuisca". La Casa di Riposo continuerà la sua vita e il suo servizio potenziando le proprie competenze ed esprimendo il bene in forme nuove e sempre più adeguate. La nostra presenza continuerà sostenendo l'impegno di tutti con la fede e la preghiera. Questo promettiamo e portiamo in cuore". La Parrocchia ha offerto alle Suore una icona e hanno ricevuto ciascuna anche la lampada della Luce della Pace proveniente da Betlemme.
Giovedì 20 dicembre nell'auditorium della Casa di Riposo si è svolta la festa annuale in prossimità delle Feste Natalizie. Per il terzo anno consecutivo erano presenti i Sindaci dei Comuni che hanno ospiti presso la nostra Casa, con le autorità locali e il Consiglio di amministrazione, il personale non in servizio, ex dipendenti, gli anziani nelle loro carrozzine.
Il Parroco mons. Roncadin, Presidente della Casa di Riposo, rivolgendosi alle Suore ha detto: "A nome di mons. Biancat, mio predecessore, di tutto il Consiglio di amministrazione, del personale e degli ospiti della Casa di Riposo, ringrazio il Signore e ciascuna di voi per averci donato la vostra preziosa presenza in tutti questi anni. Non è possibile quantificare tutto il bene che avete seminato, tutta la carità che avete esercitato nell'Amore di Cristo. Una presenza nella quale ogni giorno avete testimoniato, secondo il carisma della vostra Congregazione, un servizio instancabile e generoso, senza mai cercare meriti e lodi, con il dono di piccoli e significativi gesti: un saluto, un abbraccio, un bacio, un sorriso, una carezza... gesti che ai cuori più sensibili hanno portato un po' di luce e colore ai giorni bui e tristi". Hanno rivolto il loro riconoscente saluto alle Suore il Vicepresidente sig. Mario Fogolin, il Direttore del Distretto Sanitario dott. Giorgio Simon, il Sindaco on. Antonio Di Bisceglie, anche a nome degli altri Sindaci, un rappresentante del personale e degli ospiti. Suor Pia ha espresso la commozione sua e delle altre Sorelle e ha voluto ricordare le oltre cinquanta religiose passate a "servire" in questa Casa, assicurando che conserveranno un ricordo riconoscente di tutte le persone che hanno incontrato in questa Casa.
Alle Suore il Consiglio di amministrazione ha donato una targa-ricordo con un segno di riconoscenza per la Casa Generalizia; gli ospiti e il personale hanno offerto a ciascuna un disegno eseguito da uno degli ospiti raffigurante la prima sede della Casa di Riposo.
A cura di Mons. Nicolò Biancat e Daniele Mitri.
Con la presente comunico in modo ufficiale la chiusura della Comunità religiosa presso la Casa di Riposo entro la fine del 2012. É una decisione maturata all'interno del processo di ridimensionamento che ci vede impegnate a ridurre globalmente le nostre presenze; è il punto di arrivo di un discernimento non facile, in cui si sono cercate anche soluzioni alternative alla chiusura, in risposta alla esplicita domanda di una presenza di animazione spirituale nella Casa di Riposo e nel reparto dei sacerdoti anziani. Purtroppo, la valutazione globale delle nostre risorse e la necessità di dover prorogare per motivi pastorali alcune chiusure programmate non ci hanno consentito la realizzazione di una presenza di sola animazione. Ci dispiace dover chiudere una comunità e concludere un servizio iniziati nel 1947 e continuati con passione e generosa dedizione da parte delle suore. Ringrazio cordialmente della collaborazione vissuta nel corso degli anni, della stima e dell'affetto di cui le suore hanno goduto e grazie anche della comprensione con la quale, spero, verrà accolta questa decisione. Affidandoci alla divina Provvidenza e alla preghiera dei nostri santi Protettori, saluto cordialmente, unita alle sorelle del Consiglio.
Abbiamo scelto questa forma, diretta, trasparente e per noi tutti dolorosa, per comunicare alla Comunità parrocchiale che la presenza delle Suore Elisabettine presso la Casa di Riposo è giunta al termine. Le “nostre” Suore hanno assicurato l’attività e l’esistenza stessa della Casa di Riposo per oltre 65 anni, accompagnandone il suo sviluppo e la sua sempre più complessa organizzazione. Negli anni '70 sono arrivate ad essere in dodici, e ancora all'inizio degli anni '80 erano in nove; con il coordinamento della Superiora-Direttrice avevano la responsabilità di tutti i servizi: dalla cucina alla lavanderia, dalle pulizie ambientali al guardaroba, alla cura della Cappella e delle singole persone, non solo sotto l'aspetto infermieristico ma anche di animazione. E la Casa di Riposo di San Vito al Tagliamento non è piccola: con i 248 posti letto più sedici nella Casa di Riposo per il Clero, è la più grande nella Provincia di Pordenone e la terza nella Regione Friuli-Venezia Giulia. E gli ospiti sono al 95% persone non autosufficienti. Anche se negli ultimi anni il loro numero si è gradualmente assottigliato, la Comunità delle Suore Elisabettine ha saputo garantire la conduzione dei servizi assistenziali della Casa con amore, dedizione, sacrificio e professionalità. Di ognuna delle Sorelle che si sono avvicendate sia nella Direzione che nei reparti di assistenza, conserviamo ricordi indelebili. Di tutte abbiamo potuto apprezzare le doti di umanità, fratellanza, solidarietà, disponibilità e senso del dovere. Sono riuscite a rendere abituale ed acquisito come dato di fatto il loro quotidiano “gettare il cuore oltre ogni ostacolo”: oltre ogni interesse che non fosse quello degli assistiti, oltre gli stessi ostacoli fisici, oltre ogni orario, oltre ogni riposo. Talvolta, dopo aver trascorso decine di anni nelle corsie degli ospedali, sono arrivate alla Casa di Riposo per lavorare in favore dei tanti anziani che qui hanno dimorato nelle ultime fasi della loro umana esistenza. E in Casa di Riposo il lavoro è, per certi aspetti, ancor più duro ed impegnativo che negli Ospedali. Un lavoro che le ha però gratificate con la gioiosa consapevolezza di aver servito il prossimo in Caritate Christi.
Per ciascuna Suora Elisabettina, quale dono migliore se non “il dono suscitato dallo Spirito in Elisabetta Vendramini che è l'esperienza intima, originale e profonda dell'amore di compiacenza di Dio Padre, espresso come infinita misericordia nel Figlio, e reso fecondo di carità nello stesso Spirito. È lo Spirito infatti che la rende capace di una carità operosa, ardente, che non conosce fatiche; una carità che fiorisce in opere perché ogni fratello si riconosca, come Elisabetta, figlio amato e salvato da Cristo e viva secondo la dignità di cui è rivestito”. Facciamo completamente nostre queste espressioni che le Suore Elisabettine usano nel descrivere il loro “carisma”. Anche la nostra gratitudine per l'ultra sessantacinquenne presenza delle Suore Elisabettine a San Vito, sia pur immensa, si fa piccola dinnanzi alla grandezza della grazia e dei meriti che queste vite consacrate hanno acquisito dinnanzi a Dio. L'umano grazie e il fraterno abbraccio si arricchiscono nel reciproco ricordo al Signore, pregando che quest’Opera della Provvidenza che è la Casa di Riposo di San Vito continui a parlare delle Suore tutte, dei loro tempi, delle loro fatiche e, soprattutto, della loro vocazione.
Per il saluto alle Suore sono stati organizzati due momenti significativi.
Domenica 16 dicembre 2012, presenti le tre Suore, Sr. Piamargherita, Sr. Romana e Sr. Massimina, e con la desiderata presenza della Superiora Generale Suor Maritilde Zenere, il Vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini ha celebrato in un Duomo gremitissimo la S. Messa con i sacerdoti della Parrocchia, ed ha espresso il ringraziamento alle Suore a nome di tutta la comunità diocesana. La Superiora Generale, in un clima di intensa commozione, al termine della S. Messa si è così espressa: "A nome mio e delle mie sorelle esprimo il nostro grazie a S. E. mons. Vescovo, al Parroco, ai sacerdoti concelebranti, alle autorità, al coro, ai rappresentanti delle associazioni, a voi tutti qui presenti e uniti nella comunione e nella fede. Sentiamo che la vostra partecipazione ci avvolge di stima e di affetto. Grazie. Le Suore sono a San Vito da 65 anni, e 65 anni sono paragonabili alla vita operativa di una persona longeva. Ringraziamo il Signore di aver potuto esprimere la nostra missione per così lungo tempo facendoci accanto alle persone nel bisogno cercando il loro bene e per mostrare loro l'amore del Padre. Forse a volte la nostra fragilità non ci ha permesso di esprimere tale amore e di questo chiediamo scusa. Al momento di lasciare questo luogo della nostra missione, il nostro cuore ha l'atteggiamento di S. Giovanni Battista: "che lui cresca ed io diminuisca". La Casa di Riposo continuerà la sua vita e il suo servizio potenziando le proprie competenze ed esprimendo il bene in forme nuove e sempre più adeguate. La nostra presenza continuerà sostenendo l'impegno di tutti con la fede e la preghiera. Questo promettiamo e portiamo in cuore". La Parrocchia ha offerto alle Suore una icona e hanno ricevuto ciascuna anche la lampada della Luce della Pace proveniente da Betlemme.
Giovedì 20 dicembre nell'auditorium della Casa di Riposo si è svolta la festa annuale in prossimità delle Feste Natalizie. Per il terzo anno consecutivo erano presenti i Sindaci dei Comuni che hanno ospiti presso la nostra Casa, con le autorità locali e il Consiglio di amministrazione, il personale non in servizio, ex dipendenti, gli anziani nelle loro carrozzine.
Il Parroco mons. Roncadin, Presidente della Casa di Riposo, rivolgendosi alle Suore ha detto: "A nome di mons. Biancat, mio predecessore, di tutto il Consiglio di amministrazione, del personale e degli ospiti della Casa di Riposo, ringrazio il Signore e ciascuna di voi per averci donato la vostra preziosa presenza in tutti questi anni. Non è possibile quantificare tutto il bene che avete seminato, tutta la carità che avete esercitato nell'Amore di Cristo. Una presenza nella quale ogni giorno avete testimoniato, secondo il carisma della vostra Congregazione, un servizio instancabile e generoso, senza mai cercare meriti e lodi, con il dono di piccoli e significativi gesti: un saluto, un abbraccio, un bacio, un sorriso, una carezza... gesti che ai cuori più sensibili hanno portato un po' di luce e colore ai giorni bui e tristi". Hanno rivolto il loro riconoscente saluto alle Suore il Vicepresidente sig. Mario Fogolin, il Direttore del Distretto Sanitario dott. Giorgio Simon, il Sindaco on. Antonio Di Bisceglie, anche a nome degli altri Sindaci, un rappresentante del personale e degli ospiti. Suor Pia ha espresso la commozione sua e delle altre Sorelle e ha voluto ricordare le oltre cinquanta religiose passate a "servire" in questa Casa, assicurando che conserveranno un ricordo riconoscente di tutte le persone che hanno incontrato in questa Casa.
Alle Suore il Consiglio di amministrazione ha donato una targa-ricordo con un segno di riconoscenza per la Casa Generalizia; gli ospiti e il personale hanno offerto a ciascuna un disegno eseguito da uno degli ospiti raffigurante la prima sede della Casa di Riposo.
A cura di Mons. Nicolò Biancat e Daniele Mitri.